Innovazione, tecnologia e flessibilità per ripartire!

Ricorderemo il 2020 come l’anno del virus, ma non solo.
Un anno complesso durante il quale chi fa impresa ha dovuto imparare l’arte del reinventarsi e destreggiarsi tra un ostacolo e un limite.
Non è stato semplice, continua a non esserlo eppure non esiste situazione – seppure complessa – che non abbia una sua chiave di svolta.

Il distanziamento sociale ha portato a fare un gran parlare di smart/remote working. Noi abbiamo affrontato l’argomento soprattutto sul blog di Cogent e oggi torniamo a farlo, anche alla luce delle nuove direttive.
Condividiamo, e siamo fortemente convinti, dell’importanza della tecnologia unita all’innovazione. Allo stesso modo siamo anche certi che i cambiamenti sostanziali si riescano ad avere solo con un apposito disegno strategico, culturale e organizzativo.

I casi di successo si riscontrano tra quelle aziende che hanno accompagnato i cambiamenti tecnologici con un approccio diverso, anche di tipo organizzativo e mentale. Aziende che si sono relazionate alle nuove tecnologie digitali in modo più maturo e integrativo.
Questo accade anche quando si parla di Smart Working. Lavorare da casa, o fuori dall’ufficio, richiede condizioni precise che non sono solo di tipo tecnico. Riguardano  la struttura organizzativa dell’azienda, i processi operativi e un coinvolgimento anche formativo delle stesse risorse.

Lo Smart Working dunque va inteso propriamente come una nuova modalità di lavoro e non semplicemente come un’alternativa in un momento diverso dalla normalità.